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Autore: DOTT.SSA DANIELA IZZO 27 mar, 2024
COME LE ROUTINE QUOTIDIANE POSSONO MIGLIORARE LA TUA VITA
Autore: DOTT.SSA DANIELA IZZO 09 gen, 2024
Dieta detox: cos'è e come funziona Se sei alla ricerca di una nuova sfida per migliorare la tua salute e il tuo benessere, sei nel posto giusto! Oggi ti parlerò di tre temi fondamentali per vivere al meglio: dieta detox, nutrizione naturale e ricette disintossicanti e antinfiammatorie. Con un po' di impegno e la giusta motivazione, potrai raggiungere i tuoi obiettivi di dimagrimento e disintossicazione in modo sano ed efficace. Siamo pronti a iniziare?
Autore: Dott.ssa Daniela Izzo 10 nov, 2023
Come mai alcune persone di fronte alle difficoltà riescono a non farsi trascinare dalle situazioni, mentre altre rimangono bloccate? La differenza è la Resilienza , un tratto adattativo che ci permette di “rimbalzare” quando ci troviamo di fronte a una difficoltà. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti. (Fonte Wikipedia) Ecco alcune caratteristiche di uno spirito resiliente: una visione positiva delle cose la capacità di rimbalzare dopo uno stop l'aumento delle abilità di risoluzione dei problemi la maggiore decisionalità nelle azioni quotidiane la capacità di gestire forti situazioni di stress a mente chiara la fiducia di provare nuove vie senza preoccuparsi di ogni piccolo dettaglio che potrebbe andare storto. Tra l'altro un recente studio lega la Resilienza a benefici fisici come un sistema immunitario più forte e una migliore salute cardiovascolare. In altre parole, il meno tempo trascorso a pensare in negativo, ci rende più sani. Ma la Resilienza può essere “nutrita” dichiara Nàn Henderson che ha scritto parecchi libri sull'argomento sostenendo, dopo attente ricerche, che “ gli individui sono costretti a rimbalzare le avversità e che ognuno di noi è in grado di espandere la propria capacità personale ad essere più resiliente ”. Per costruire Resilienza prima di tutto bisogna rivedere il proprio passato, riflettere sulle difficoltà trascorse e su come sono state superate. Quattro domande possono guidare questo processo: Quali sfide e ostacoli ho affrontato nella mia vita? Come ho superato quelle sfide passate? Pensando a come si è lavorato attraverso le difficoltà passate, si può vedere quali sono i punti di forza personali. Cosa mi aiuta a riportarmi all'ottimismo? La chiave è trovare un modo per avere una visione più allargata, tale da non essere travolti dai dettagli della situazione stressante in cui ci si trova. Successivamente è importante costruirsi delle abitudini per il futuro. Proprio come la Resilienza alimenta la nostra salute fisica, le nostre abitudini quotidiane alimentano La nostra Resilienza. Bisogna cercare di pensare a una lista di abitudini come un processo in corso, piuttosto che una lista di controllo risultati e non cercare di far troppo in una volta; si comincia scegliendo un'azione e mettendola a fuoco. Coltivare legami forti , la sensazione di essere amati e incoraggiati è uno dei fattori più importanti che influenza molto la nostra capacità di essere Resilienti. Prendersi cura di sé stessi e costruire una solita routine , permette di essere preparati al meglio quando si verificano delle situazioni difficili o ci sono degli ostacoli da superare. Dormire e mangiare bene sono parte essenziale del processo. Riconoscere la propria autostima . Cercare il lato luminoso , essere in grado di spostare le cose in prospettiva positiva. Essere generosi , uno dei modi chiave che gli psicologi più illuminati invitano le persone a fare è quello di restituire qualunque cosa sia possibile; dare agli altri ci aiuta a sentirci meglio. Comunicare efficacemente , essere aperti su ciò che si vuole o non si vuole e ciò che ci piace o non ci piace, aiuta a gestire situazioni difficili e ad affrontare un problema prima di esserne travolti. PROVARE PER CREDERE!
Autore: D.ssa Daniela Izzo 29 set, 2023
Ogni singolo granulo di polline racchiude tutti gli elementi necessari alla vita: proteine, vitamine, amminoacidi, carboidrati, grassi, sali minerali, enzimi ed ormoni, presenti in proporzioni diverse in base al fiore dal quale originano. Che cos'è il polline?  Il polline è una polvere presente nei fiori che costituisce la materia fecondante dei fiori. Le api specializzate nella raccolta del polline si caricano addosso questa polverina e volando di fiore in fiore si "ripuliscono" via il polline dal capo e dal corpo raggruppando e impastando il polline con nettare, fino alla formazione di pallottole di forma quasi sferica trasferite in apposite "cestelle" (simili a piccole borse) situate sulle zampette posteriori (ogni pallottolina pesa in media 7 mg). Mediamente si calcola che un ape impieghi da 5 a 15 min per completare un carico di polline e che in una giornata compia una ventina di viaggi per un totale di circa 300 grammi di polline al giorno. Proprietà e benefici del polline: Dopo qualche giorno di regolare somministrazione nelle persone, si contrasta un aumento dell'appetito e del metabolismo in generale. Ottimo ricostituente generale soprattutto nei casi di magrezza ostinata, anoressia; nel contempo non fa ingrassare l'individuo normale perché l'aumento dell'appetito è controbilanciato dall'aumento dell'metabolismo. Migliora le costipazioni più ribelle che le diarree più tenaci avendo un'azione polivalente al livello intestinale. Consigliato alle persone anemiche migliorando la sintomatologia generale provocando un aumento del numero dei globuli rossi e del tasso di emoglobina. Grazie alla presenza dei flavonoidi ed in particolare la rutina rinforza e stabilizza la resistenza capillare e migliorà in generale la funzionalità vascolare, combattono la formazione dei radicali liberi prevenendo alcuni disturbi che si instaurano con l'età donando dinamismo. Ha azione epatoprotettive. Combatte i disturbi dell'ipertrofia prostatica. Ha azione favorevole contro i processi di aterosclerosi. Agisce sulla sfera sessuale e sullo stato psichico provocando un miglioramento dell'umore, una notevole sensazione di benessere, un netto miglioramento del rendimento intellettuale ed una maggior resistenza allo sforzo fisico e psichico. Come, quanto e quando usarlo? La sua assunzione è consigliata al mattino, a digiuno. Può essere assunto allo stato naturale da solo o mescolato al miele grezzo biologico di Storie di mieli, burro, marmellata o disciolto in bevande tiepide. La quantità consigliata è di circa 20 grammi al giorno per un adulto ( un cucchiaio da minestra) e 10 grammi per un bambino ( un cucchiaino da caffè). Per le persone affaticate e particolarmente bisognose la quantità può aumentare fino a 30 grammi. E' buona norma continuare l'uso per 20-30 giorni rinnovandolo lungo l'anno, specialmente al cambio di stagione e comunque quando se ne sente necessità. Sono possibili allergie o controindicazioni al polline? Chi soffre di insufficienza renale prima di consumare il polline dovrà consultare il proprio medico. Il polline è controindicato nei soggetti allergici, a cui potrebbe arrecare disturbi severi anche se ingerito senza essere inalato, nel caso sia derivato da piante verso cui si siano ormai sviluppate forme di sensibilizzazione o allergia conclamata. I pollini raccolti dalle api non sono quelli trasportati dal vento, come quelli di conifere o graminacee, e che danno di solito origine a manifestazioni allergiche respiratorie. Le piante che hanno scelto le api come strategia di disseminazione producono un polline privo di allergene, ma molto ricco di micronutrienti dai benefici effetti. Può aiutare anche i nostri amici animali! Dosaggio: Si consiglia di somministrarlo due volte al giorno, 3 volte a settimana. Inizia con un pizzico fino ad arrivare alla dose completa nell’arco di 1 settimana. Fino a (4.5 kg): 1/8 di cucchiaino. Da (5 kg-11 kg): 1/4 di cucchiaino. Da (12 kg-22 kg): 1/2 di cucchiaino. Da (23 kg- 34kg): 2/3 di cucchiaino. Oltre (36 kg):1 cucchiaino. ( Fonte: Le Api di Alberto Contessi)
Autore: DANIELA IZZO 21 set, 2023
Fai il pieno di sostanze fondamentali per la vitalità, come i fagioli azuki: la tua sarà una ripresa “a tutto sprint"! E' sempre consigliabile preparare il corpo all’autunno e sostenerlo nella ripresa settembrina delle consuete attività. Per farlo è necessario agire a vari livelli: reni, sistema linfatico, nervi e muscoli, secondo due livelli di intervento: eliminare le scorie metaboliche in modo da fare spazio per le nuove energie e aiutare l'organismo con sostanze sottili ( oligoelementie vitamine ) e tuttavia fondamentali per rendere possibili le reazioni chimiche all'interno delle cellule e in particolare del sistema nervoso e muscolare, i due pilastri strutturali su cui si basa la ripresa di settembre. Alla scoperta degli oligoelementi Si tratta di minerali semplici che si collocano in punti strategici dove regolano gli equilibri elettrolitici, il pH di sangue e tessuti, oppure entrano a far parte di proteine essenziali per l'organismo; il ferro per esempio costituisce il cuore dell'emoglobina, la molecola che trasporta l'ossigeno nel sangue verso i tessuti. Rinforzare: quanta energia da oligoelementi e vitamine! Dopo aver fatto piazza pulita delle sostanze inutili, è necessario “oliare” i meccanismi intracellulari deputati alle reazioni chimiche che servono alla produzione e all'utilizzo delle nuove energie, e al metabolismo in generale. Queste reazioni possono avvenire soltanto se sono presenti nelle cellule, nelle giuste quantità, due tipi di molecole essenziali: i minerali o oligoelementi, e le vitamine del gruppo A e B. Fai così A settembre per il tipo di “scatto energetico” richiesto dalla ripresa a pieno ritmo, sono importanti sodio, cloro, ferro, cobalto, fluoro, fosforo e manganese. Potete assumerli attraverso il pesce (due volte la settimana), i cereali integrali, gli ortaggi (tutti i giorni). Sono importanti anche il potassio (ne è ricco il sedano, da consumare crudo e in insalata), il calcio (nei pinoli, da aggiungere alle verdure cotte) e il magnesio (nelle banane). Depurati: con l’azuki reni puliti Durante l'estate i reni sono stati sottoposti a un duro lavoro, a partire dal fatto che hanno dovuto filtrare molti più liquidi del solito. In pratica i reni sono appesantiti nella loro funzione sia da un eccesso di attività sia dalla deposizione, negli interstizi cellulari dei glomeruli renali – le strutture depurata al filtraggio del plasma sanguigno – di molecole di scarto che sono rimaste “impigliate”. Bere lontano dai pasti è fondamentale, ma per per depurarsi a fondo, sono ideali i fagioli azuki, da aggiungere alle minestre per tutto il mese. Drenati: per un po’ rinuncia alle brioches I vasi linfatici sono deputati alla raccolta di tossine e di prodotti di scarto dell'attività tessutale e al loro trasporto verso le varie stazioni di linfonodi, dove la linfa viene purificata. Durante i mesi estivi l'alimentazione a volte squilibrata ha creato un eccesso di tossine. Così è possibile un accumulo di molecole e frammenti organici che rende problematico il drenaggio della linfa, con difficoltà nell'utilizzo dell'energia. Consuma meno carni rosse, grassi animali, zuccheri e lieviti, ed evita per un mese almeno merendine e brioches.
20 giu, 2023
Ci sono alimenti che dovremmo inserire costantemente nella nostra alimentazione per combattere l’infiammazione cronica e raggiungere il vero benessere. Ma voglio premettere una informazione importante, prima di cominciare: alcuni di questi alimenti, essendo veramente efficaci, potrebbero interagire con dei farmaci particolari e addirittura peggiorare alcune patologie. Quindi se sono in corso delle malattie con conseguente assunzione di farmaci, è sempre cosa buona e giusta chiedere al proprio medico o al farmacista. Sconsiglio vivamente l’assunzione a casaccio perché le interazioni potrebbero portare a conseguenze peggiorative. Ciò premesso è altresì' bene indicare che sempre più (ma ancora poco) si sente parlare di "infiammazione" senza specificare che quest'ultima non è sempre e per forza dannosa; infatti, a volte, va ad innescare tutta una serie di processi di riparazione spontanea. Quindi, quando occasionale, può considerarsi addirittura benefica. Quando invece questa si insidia nell'organismo in maniera permanente, cosiddetta "infiammazione silente", diviene cronica ed è fortemente dannosa. È infatti è alla base di tutte le malattie degenerative! La natura come sempre ci viene in sostegno e ci offre degli alimenti in grado di contrastarla, se usati con costanza. Comincerei dalla CURCUMA. Negli ultimi anni questo ingrediente è diventato di uso comune sulle nostre tavole, grazie al crescente apprezzamento della cucina indiana nel nostro paese. Viene utilizzata da millenni nella medicina ayurvetica e veniva definita "la spezia d'oro" per il suo colore giallo intenso. Grazie agli studi più recenti si è confermato che ha un effetto antinfiammatorio molto importante paragonabile ai farmaci FANS (antiinfiammatori non steroidei) e ai cortisonici, andando così ad agire efficacemente sulla cascata infiammatoria. L'unico inconveniente è che ne assorbiamo veramente poca a causa della sua bassa biodisponibilità. Un escamotage potrebbe essere quello di assumere insieme del pepe, anche se comunque il metabolismo epatico fa si che venga eliminata velocemente. Pertanto, è consigliabile il suo uso all’interno di buoni integratori, meglio se in una speciale formulazione liquida. Ulteriore vantaggio degli integratori è quello di ridurre gli effetti tipici di chi mangia troppo speziato, come il bruciore di stomaco. Come inserirla nel quotidiano? Ad esempio, iniziando la giornata bevendo il cosiddetto golden milk (bevanda a base di curcuma, latte vegetale e miele) oppure unendo la curcuma al miele e assumendone un cucchiaino tutte le mattine. Puoi miscelare 100gr di miele con un cucchiaio di curcuma in un barattolino di vetro, così da averla a disposizione tutte le mattine. Il suo effetto antinfiammatorio va ad agire in particolar modo sul benessere delle articolazioni e delle ossa e dona sollievo al dolore tipico osteoartrosico. Altro alimento antinfiammatorio è lo ZENZERO, del quale di solito assumiamo la radice. È una pianta originaria dell'Estremo Oriente. Il suo rizoma, la radice appunto, contiene tutte le proprietà nutritive tipiche di questa pianta. Il principio attivo principale dello zenzero è il GINGEROLO e alcuni studi hanno dimostrato che questo ha capacità antiinfiammatorie paragonabili a quelle del cortisone. L'università di Copenaghen ha paragonato lo zenzero all’ ibubrofene e al betametasone che sono 2 farmaci antinfiammatori. IBUBROFENE è un farmaco appartenente alla categoria dei FANS mentre il BETAMETASONE è un farmaco appartenente alla categoria dei cortisonici. Questa ricerca ha evidenziato un’azione antiinfiammatoria maggiore del IBUBROFENE e pari al BETAMETASONE, perché lo zenzero è in grado di ridurre la produzione di CITOCHINE pro-infiammatorie. Quindi è particolarmente interessante nella gestione delle malattie croniche come l’artrite reumatoide, in cui oltre ad avere questa azione antiinfiammatoria riduce anche il dolore e la rigidità articolare. Inoltre, viene molto usato anche per regolare ed agevolare la funzione digestiva, le funzioni intestinali e l'eliminazione dei gas. Utilissimo anche nei casi di mal di testa (cefalee ed emicranie) muscolo intensive, causate cioè da tensioni muscolari. Terzo super-cibo, i BROCCOLI e in genere le CRUCIFERE (cavolfiore, cavolo cappuccio, cavolo verza, cavolo nero, cavolo rosso, cavolo riccio, cavolini di Bruxelles, cime di rapa, ma ne fanno parte anche la senape, il ravanello, la rucola e il rafano) alimenti importantissimi ricchi tutti di isotiocianato che è una sostanza ricca di zolfo, detta sulforafano, responsabile dell’odore tipico che ben conosciamo, durante la cottura. Il Sulforafano è ormai da tempo oggetto di studio per i suoi effetti benefici riscontrati testandolo, ahimè, su animali o in vitro. Benefici che sono risultati veramente notevoli in quanto hanno dimostrato la sua capacità anti infiammatoria – anti invecchiamento – anti tumorale – anti microbica – anti diabetica – è in grado di abbassare l’ipertensione arteriosa – ha delle capacità anti trombotiche; pertanto si può ben capire tutto l’interesse scientifico che gli gira intorno. Da sottolineare che la modalità di conservazione e cottura sono molto importanti per non disperdere sostanze così importanti; le preparazioni in cui si recupera tutta l’acqua di cottura, zuppe e stufati, sembrerebbero essere le più consigliate. Vietata la cottura al microonde e la surgelazione. Consigliato invece fare cotture molto brevi, scottare rapidamente le foglie in acqua o al vapore, così da lasciare gli ortaggi croccanti, e aggiungere al piatto un fiore di broccolo crudo per garantire il processo di mirosinasi (produzione dell’enzima stimolatore di isotiocianato). Voglio far presenti un paio di trucchetti: poiché il sulforafano viene rilasciato mediante un meccanismo che si attiva con lo sminuzzamento dell’ortaggio, (anche masticazione o triturazione), e una volta formato non si disperde in cottura, possiamo: 1. Spezzettare il broccolo una quarantina di minuti prima di cuocerlo e lo facciamo riposare così che la trasformazione del precursore in sulforafano, avvenga autonomamente, dopodiché passiamo alla cottura. 2. Cuocere i broccoli o le crucifere dopodiché ci aggiungiamo dei semi di mostarda, la quale contiene il precursore che attiva la trasformazione del sulforafano nella verdura cotta. E quest’ultimo si salva nel nostro piatto. ATTENZIONE: In caso di assunzione di anticoagulanti non si possono consumare crucifere; pertanto, sempre d’obbligo il consulto col medico. Altro alimento rispondente alle caratteristiche descritte è sicuramente un protagonista delle nostre tavole, l'AGLIO. Questo appartiene alla famiglia botanica delle liliacee, come l’ erba cipollina e la cipolla , ma anche come il giglio e il tulipano . E, se conosciamo quanto questo in cucina vada a sublimare certi sapori, spesso non conosciamo le sue proprietà nutrizionali. L’aglio ha forti peculiarità antimicrobiche, antiparassitarie, antivirali, antibatteriche ed è anche un efficace antinfiammatorio grazie alla quantità di quercetina che contiene. La quercetina la troviamo anche nelle cipolle, ad esempio, ed è anche un ottimo antistaminico quindi adatta anche in caso di allergie. L’allicina è il principio attivo attivatore di tutte le virtù di questo bulbo la quale, svolge un’azione benefica soprattutto a favore del sangue, della circolazione e della pressione sanguigna. Aiuta gli ipertesi a ridurre la pressione, per questo chi, al contrario, soffre di pressione bassa ne dovrebbe consumare con moderazione. Non dovremmo mai farci mancare inoltre, il THE VERDE, che è composto esclusivamente da foglie di Camelia Sinensis pianta originaria della CINA. Solo recentemente si è diffuso anche in Occidente. Il the verde è ricco di un polifenolo che si chiama Epigallocatechina gallato che è un potentissimo antiossidante e antiinfiammatorio. È utilissimo per drenare i liquidi e per l’equilibrio del peso corporeo. Ha una funzione tonica sull’organismo (in caso di stanchezza fisica e mentale) e contiene caffeina; pertanto, sconsigliato la sera e fortemente sconsigliato in caso di chemioterapia, in quanto le catechine in esso contenute alterano la farmacocinetica e, di conseguenza, l’efficacia. Come tanti altri cibi che sono presenze fisse nelle nostre dispense, non posso non menzionare il CACAO che arriva dalle Americhe e viene chiamato, non a caso, il cibo degli Dei. Quindi cacao e cioccolato, vediamone le proprietà: Ricco di magnesio e ferro, accanto a rame, potassio e manganese. Ben rappresentate le vitamine del gruppo B, la vitamina C, la vitamina E e la vitamina A. Ricchissima la presenza di polifenoli. Ha dimostrato di avere capacità antiinfiammatorie soprattutto legate alle infiammazioni che colpiscono l’endotelio dei vasi, con conseguente arteriosclerosi. Assumerlo saltuariamente o anche quotidianamente in piccole dosi può aiutare nella gestione dello stress ossidativo e dell’infiammazione cronica. In un recente studio spagnolo si è visto che il cacao amaro è in grado di aiutare nella regolazione della pressione arteriosa e nel contenere il danno ossidativo in pazienti con ipercolesterolemia. Inoltre, il cacao migliora la steatosi epatica (fegato grasso per causa non alcolica) che consiste nell'accumulo eccessivo di grasso all'interno delle cellule del fegato. Il cioccolato amaro è anche ricco di triptofano e quindi è un ottimo regolatore anche per il nostro umore; ci permette di avere un maggiore quantitativo di serotonina che è, appunto, un neuro trasmettitore della felicità. Parlo ovviamente di cioccolato amaro e non di cioccolato bianco che di cioccolato non ha neanche l’ombra e neanche di cioccolato al latte ma di cioccolato che abbia un quantitativo di cacao superiore al 70 anche 80%. E vi segnalo adesso anche l’AVOCADO che in natura è ciò che più si avvicina, come composizione, a quella del latte materno. È il frutto della Persea americana, originaria del Centroamerica e diffusasi poi in altre aree tropicali; da diversi anni è coltivata anche nel bacino del Mediterraneo. È una drupa di forma sferica o piriforme che ricorda molto l’utero materno e a questo proposito rendo noto che è un alimento sicuramente da consigliare alle donne in gravidanza, adatto anche ai bambini piccoli, vista la morbidezza della sua consistenza, sempre chiedendo parere al pediatra di riferimento. L’avocado viene definito un frutto, ma fondamentalmente è tutto grassi anche se ha delle componenti molto interessanti. È ricco di Acido Oleico che è un acido essenziale che troviamo anche nell’olio di oliva. L’acido oleico, come nel caso dei broccoli, ha degli isotiocianati cioè dei composti fitochimici (che poi sono responsabili del colore giallo verde della sua polpa) che permettono di lenire o riparare la mucosa gastrica e intestinale. È perciò molto indicato in caso di intolleranze alimentari, morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, colon Irritabile, gas Intestinali. L’avocado è anche molto ricco di vitamine e sali minerali. Ha infatti molto più potassio rispetto a quello che troviamo nella banana. La sua azione antiinfiammatoria si esplica anche a livello di artriti, infiammazioni delle giunture, di infiammazioni e problematiche neurodegenerative; quindi, è assolutamente indicato per la prevenzione di demenza senile, Alzheimer e Parkinson. Agisce anche favorevolmente sulla pelle, aumentandone l’idratazione e donando un colorito più luminoso; ottimo per le occhiaie. Ed essendo molto ricco di fibre, potrebbe essere addirittura considerato un prebiotico, quindi un ottimo alimento per i nostri batteri buoni intestinali, favorendone la colonizzazione. Tutto ciò premesso è facile comprendere che questo frutto possiamo inserirlo in dieta, più volte nella settimana, perché fa benissimo! Altri frutti degni di nota sono i MIRTILLI considerati il cibo forse più ricco di antiossidanti in assoluto, perché ricchi di antociani che sono dei pigmenti vegetali idrosolubili presenti nei fiori, nella frutta, nelle foglie o nei fusti di molte piante ed assumono colore diverso – rosso, azzurro o violetto – a seconda della reazione (rispettivamente acida, alcalina o neutra) dei liquidi cellulari in cui sono disciolti. Gli antociani hanno un potere fortemente antiossidante e antiinfiammatorio e vanno ad agire molto bene soprattutto sulle infiammazioni del tratto genito urinario e quindi candide e cistiti. I mirtilli ci aiutano anche alla detossinazione da metalli pesanti. Sono un ottimo ricostituente per il nostro fegato e sono anche un ottimo prebiotico in quanto ricchi di fibre. Siamo purtroppo abituati a trovarne di coltivati sui banchi del supermercato, ma se riuscissimo ad averne di spontanei, questi sarebbero di gran lunga più ricchi di antiossidanti e il loro potere antinfiammatorio sarebbe decisamente più importante, nonostante le dimensioni sicuramente inferiori. Hanno origini molto antiche e, negli studi sugli Indiani d’America, risulta che essi avessero notato che la pianta dei mirtilli fosse la prima a rinascere dalle ceneri di un incendio. E, di contro, è una pianta che resiste molto bene e aumenta il valore delle proprie proprietà se sottoposta al congelamento che di solito, invece, inficia il valore nutrizionale. Di rilievo in questo elenco la posizione dei SEMI DI CHIA, che sono una vera meraviglia della natura e il loro profilo nutrizionale è importante sia a livello dei macronutrienti che a livello dei micronutrienti: 100 g di semi contengono 5 g di carboidrati, 21 g di proteine e 24 g di acidi grassi non saturi . Grazie a questa composizione, essi agiscono positivamente sullo sviluppo muscolare e assicurano un senso di sazietà più a lungo. Ciò che favorisce questo effetto è che i semi possiedono la capacità di assorbire un quantitativo di acqua nove volte superiore al loro peso. I semi di chia sono originari dell’America centrale e dell’America Latina. Ai tempi degli Atzechi venivano chiamati “semi della forza”. Questo perché sono ricchi di vitamine, di fibre, di antiossidanti e soprattutto di acidi grassi essenziali; infatti, sono la fonte vegetale più ricca di Omega 3, che il nostro corpo non è in grado di produrre autonomamente. Diversi studi hanno dimostrato i numerosi effetti positivi di questi acidi grassi sulla salute complessiva del sistema cardiocircolatorio. Inoltre, essendo ricchi di fibre agiscono anche come mucillagine, cioè facilitano la peristasi intestinale. Sono veramente molto importanti perché vengono per esempio proposti per combattere i trigliceridi alti, l'artrite reumatoide, la depressione, l'Alzheimer e altre forme di demenza, la sindrome da deficit di attenzione, l’iperattività e l'asma. Gli antiossidanti presenti al loro interno bloccano anche l’azione dei radicali liberi, contribuendo a rallentare i processi di invecchiamento, sempre per via della loro caratteristica principale: la capacità di assorbire acqua; questi semi sono in grado di fornire alla pelle un’idratazione duratura dall’interno e in caso di arrossamenti della stessa, la vitamina B3 e lo zinco in essi contenuti, contribuiscono a far tornare la pelle di nuovo elastica. Tuttavia, le persone che tendono ad avere la pressione bassa devono stare attente a non superare la quantità giornaliera consigliata di 15 g. Stessa dose viene consigliata alle persone non abituate ad avere un’alimentazione ricca di fibre, ovvero che non consumano regolarmente (per fortuna) prodotti integrali, e legumi. Se i semi vengono ingeriti già ammollati e con sufficienti liquidi, diminuisce il rischio di costipazione e viene stimolata la digestione. Sono, dunque, un jolly perfetto per la salute e per l’alimentazione sportiva.
BENVENUTA PRIMAVERA
Autore: Dott.ssa Daniela Izzo 22 mar, 2023
L'equinozio di primavera è ufficialmente arrivato! Ma cos'è e cosa succede al nostro organismo? Come provvedere alle nuove esigenze?
Autore: DOTT.SSA DANIELA IZZO 27 feb, 2023
Facciamo chiarezza e vediamo le differenze tra i vari approcci
Autore: Dott.ssa Daniela Izzo 30 gen, 2023
"I tre mesi dell’inverno sono chiamati: chiudere e tesaurizzare; l’acqua gela, la terra si screpola; nessuno stimolo viene più dallo yang." L’inverno rappresenta la massima separazione dallo yang e dalla sua energia. Un punto di buio e di separazione che si può superare con il raccoglimento ed il calore. Coltivando la quiete e l’approfondimento dello spirito. "Ci si corica presto, ci si alza tardi, ci si rimette per tutto alla luce del sole. Si esercita il volere come sotterrati, come nascosti, come rivolti solamente verso di sé come occupati a possedersi." Siamo incoraggiati a proteggerci dal freddo della stagione e a non lasciare uscire il sudore. Quindi a coprirci ma con parsimonia in modo da non surriscaldarci per poi andare incontro ad una infreddatura che potrebbe rivelarsi una insidia per la nostra salute ed energia. "Si sfugge il freddo, si ricerca il calore non lasciando sfuggire nulla attraverso gli strati della pelle, per paura di essere pericolosamente sforniti dei propri soffi." In armonia con i bisogni dell’inverno ci prepariamo al meglio al ricongiungimento di yin/yang e alla primavera. "Così ci si conforma ai soffi dell’inverno, via per il mantenimento della tesaurizzazione della vita. Andare controcorrente porterebbe danno ai reni causando, in primavera, invalidità e reflussi, per insufficiente apporto all’impulso vitale." Le piante che possono aiutarci ad affrontare il freddo inverno sono piante riscaldanti come la solidago e i chiodi di garofano. L’equiseto e l’artiglio del diavolo per aiutare le nostre ossa. L’echinacea per irrobustire le nostre difese e l’angelica arcangelica o l’astragalo per sostenere la nostra energia. Tratto dal al “ Suwen , le domande dell’Imperatore Giallo”
Autore: Dott.ssa Daniela Izzo 30 gen, 2023
Gli “aromi” rappresentano per la nostra memoria olfattiva la “madeleine” che ci riporta alla cucina di casa. Il profumo ed il sapore di tante piante aromatiche sono usati in cucina dai tempi dei tempi con lo scopo di profumare, stimolare, camuffare e conservare gli alimenti. Quelli di cui ci occupiamo sono gli stessi principi usati in cucina ma per il Naturopata sono oli essenziali o essenze delle piante. Le essenze rappresentano uno dei frutti del laboratorio biochimico delle piante aromatiche. Le molecole attive che possono comporre un olio essenziale appartengono a dieci gruppi funzionali: terpeni, chetoni, lattoni e cumarine, aldeidi, alcoli, sesquiterpeni, ossidi, fenoli, esteri e terpeni. Ognuno di questi gruppi di molecole sono caratterizzate per particolari attività. Ad esempio gli alcoli hanno una azione antagonista di batteri e virus e di sostegno delle difese dell’organismo. Alcune delle molecole più benefiche presenti negli oli essenziali sono alcoli, come il linalolo, il mentolo e il terpineolo che sono due alcoli terpenici germicidi, ma non tossici. Gli oli essenziali che hanno un alto contenuto di alcoli sono: petitgrain, legno di rosa, rosa, lavanda, menta, mirto, sandalo, patchouli, timo chemio tipizzato in linalolo, palmarosa, tea tree e zenzero. Gli oli essenziali hanno una azione sia sul piano fisico che spirituale. Un Tea tree oil aiuta a rimarginare una ferita e a tenerla pulita dalle infezioni mentre un olio essenziale composto da resine come l’incenso e la mirra aiutano a rimarginare le ferite dell’anima. Il sentimento collegato ai reni è la paura. La paura è un sentimento fondamentale per la sopravvivenza, ci preserva e ci avverte dei pericoli. Se la paura ci chiude in una gabbia ne possiamo essere congelati e la nostra vita fatica a procedere. Si interrompe il fluire di energia tra i reni e il cuore, gli uni rappresentano le nostre risorse individuali, l’altro ci sussurra ciò che possiamo fare con le nostre energie. Gli oli essenziali dei fiori come rosa, lavanda e ylang ylang che lavorano sulla connessione cuore-rene ci possono aiutare a superare le nostre paure. Gli oli dei semi invece ci donano il radicamento e sono simbolicamente maggiormente affini al rene.
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